Uno dei “pezzi da novanta” del giornalismo tecnico-informatico, Susan Bradley, ha inviato una lettera aperta a Microsoft riferendo le problematiche che sempre più spesso stanno riscontrando e quotidianamente segnalando gli utenti di Windows 10, siano essi privati, professionisti o aziende.
La missiva è indirizzata a Satya Nadella, Carlos Picoto e Scott Guthrie e nel contenuto viene presentato un sunto delle difficoltà che gli utenti di Windows 10 stanno riscontrando in fase di aggiornamento del sistema operativo.
Bradley spiega che le conclusioni che hanno portato alla stesura della “lettera aperta” sono state prodotte a margine di un sondaggio che ha coinvolto circa 1.000 consulenti e 800 utenti finali.
“Registro una crescente frustrazione per quanto riguarda le attività di aggiornamento dei sistemi Windows e la gestione di queste operazioni. Vedo che sempre più tecnici e amministratori di sistema disattivano completamente gli aggiornamenti ritenendo questo passaggio come l’unico efficace per avere un sistema stabile; raccolgo le testimonianze di molti amministratori di macchine Windows Server che sostengono come Windows Server 2016 sia eccellente fintanto che il sistema non deve riavviarsi; vedo possessori di dispositivi Surface che dopo l’installazione di Windows 10 build 1803 hanno cominciato a riscontrare problemi importanti con le unità SSD“, ha osservato la giornalista. “Vedo sempre più persone che sostengono come astenersi dall’installare subito gli aggiornamenti sia l’unica via per scongiurare eventuali effetti collaterali. Si tratta di una situazione inaccettabile; non è possibile proseguire in questo modo“.
Nella lettera trasmessa al gotha di Microsoft, la Bradley ha chiesto se i vertici dell’azienda siano davvero consapevoli delle esperienze negative riscontrate dagli utenti di Windows 10 e Windows Server 2016, soprattutto con gli aggiornamenti di luglio 2018.
Pur chiarendo che la sua indagine non ha valenza scientifica, la Bradley ha comunque invitato Microsoft a prendere visione dei risultati del sondaggio raccolti su OneDrive a questo indirizzo.
Viene confutata la qualità degli aggiornamenti e lo stesso valore delle verifiche effettuate dai partecipanti al programma Windows Insider. In altre parole, chi installa le versioni di anteprima di Windows 10 non ha visibilità sulle configurazioni utilizzate in produzione. Inoltre, la “frammentazione” di Windows in molte release (Microsoft rilascia due feature update l’anno forieri di tante nuove funzionalità) certamente non aiuta a rilasciare patch affidabili in ogni configurazione.
La Bradley auspica che possano tornare i “bei tempi”, quando l’installazione di una patch era garanzia della risoluzione di un problema piuttosto che un potenziale rischio per la stabilità del sistema.
Inoltre mentre Michael Niehaus, uno dei program manager di Microsoft, celebra Windows 10 riassumendo le nuove funzionalità che sono state via a via aggiunte, qualcuno ricorda come sia difficile oggi spiegare ai vertici di un’azienda o ai responsabili di uno studio professionale perché sui sistemi Windows 10 compaiano improvvisamente videogiochi e applicazioni che nulla hanno a che vedere con l’attività lavorativa: vedere Windows 10 installa app da solo: come impedirlo per risolvere definitivamente il problema.
Since its release three years ago, Windows 10 has added lots of new stuff. pic.twitter.com/hQY535lcaU
— Michael Niehaus (@mniehaus) 30 luglio 2018
Le prime risposte di Microsoft e il nuovo commento di Susan Bradley
I primi commenti di Microsoft sui risultati dell’indagine condotta dalla Bradley e sul contenuto della sua “lettera aperta” sono arrivati dal supporto clienti di Microsoft che ha ringraziato per le informazioni trasmesse ma ha inviato una risposta piuttosto generica.
La Bradley è stata invitata a trasmettere ogni eccezione sollevata attraverso il canale Feedback Hub e il supporto si è limitato a riassumere la filosofia di Windows 10 e l’approccio usato da Microsoft per la gestione degli aggiornamenti destinati al nuovo sistema operativo. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma. L’intervento della Bradley è stato poi “chiuso” così come se fosse un normale “ticket”.
La giornalista ha quindi voluto precisare di aver ripetutamente inviato commenti e segnalazioni attraverso il Feedback Hub chiarendo di conoscere bene il modello utilizzato da Microsoft nel caso di Windows 10.
Inoltre, ha chiarito che la sua era una “lettera aperta” indirizzata ai responsabili Microsoft e non ha richiesta di supporto da trattare come tale.
“Ritengo che questo post recentemente apparso sul blog ufficiale Microsoft rappresenti in modo palese le difformità tra gli obiettivi prefissi dall’azienda di Redmond e la realtà della situazione per ciò che riguarda la distribuzione e la gestione degli aggiornamenti“, ha scritto la Bradley. Microsoft intende rendere le cose semplici, farle funzionare così come atteso, usare un approccio agile e trasparente. “Il problema è che negli ultimi mesi tutto è stato caotico, si sono registrate mancanze nella comunicazione, non è stato utilizzato l’approccio agile di cui si parla“.
La giornalista statunitense aggiunge che i feature update rilasciati a cadenza semestrale hanno complicato la situazione causando non poche problematiche in ambito professionale e aziendale. Sempre più aziende stanno cominciando a considerare le edizioni LTSB/LTSC come alternativa per non avere problemi e disporre di un sistema operativo stabile sul lungo periodo. Tanto che da più parti stanno giungendo a Microsoft istanze per “sdoganare” le edizioni LTSB/LTSC di Windows mettendole facilmente a disposizione di amministratori e professionisti.
Bradley chiude la sua nuova missiva con una serie di esortazioni rivolte ai top manager di Microsoft: “Fate le cose semplici e prevedibili. Siate trasparenti. Non sacrificate qualità e compatibilità“.