Tra le pietre miliari della storia dell’informatica lo ZX Spectrum è un sistema che è rimasto nel cuore di molti. Si tratta di un home computer che negli anni ’80 riuscì a guadagnarsi una rilevante fetta di mercato lanciando la sfida in Europa al popolare Commodore 64.
Si tratta di un sistema che è stato inventato da Clive Sinclair, informatico e imprenditore inglese, dopo la realizzazione della prima calcolatrice tascabile.
Sinclar ideò dapprima lo ZX80 (era il 1980) disponibile sia come versione pronta per l’uso che sotto forma di kit da assemblare (a un prezzo leggermente inferiore). L’anno successivo fu la volta dello ZX81 e poi arrivò lo ZX Spectrum, il computer più venduto in assoluto nel Regno Unito.
Vari cloni ufficiali e non si susseguirono nel corso degli anni e Sinclair ricevette il titolo di cavaliere nel 1983 per i suoi contributi all’industria britannica.
ZX Spectrum fu un computer davvero innovativo per l’epoca perché per la prima volta introduceva un display a colori. Basava inoltre il suo funzionamento su 16 e 48 KB di memoria, a seconda delle versioni, e su un microprocessore a 8 bit Zilog Z80A.
L’interprete BASIC della macchina era memorizzato in una ROM insieme con le routine di sistema fondamentali ed è stato scritto da Steve Vickers.
La tastiera QWERTY integrava una serie di funzionalità spiccatamente orientate alla programmazione: ad esempio, premendo il tasto “G” in modalità sviluppo si inseriva il comando BASIC “GO TO”.
Lo ZX Spectrum poggiava su un set di caratteri ampliato rispetto ai predecessori (ZX81 non consentiva nemmeno l’utilizzo delle lettere maiuscole), permetteva la gestione del display e dell’audio, supportava linee multi-statement. L’interfaccia del lettore e registratore a cassetta era molto più avanzata permettendo di salvare e caricare i dati circa cinque volte più velocemente dello ZX81 (1500 bit al secondo rispetto a 307).
Un dispositivo iconico, quindi, che contribuì a tracciare la strada che l’industria dei personal computer avrebbe seguito negli anni a venire.
Le difficoltà economiche in cui cominciò a versare Sinclair Research non furono determinate certo dall’insuccesso dello ZX Spectrum che invece convinse tutti anche per il prezzo davvero allettante. Le cose per l’azienda fondata da Sinclair iniziarono a complicarsi con la presentazione dei prodotti e dei dispositivi successivi.
L’inventore britannico svelò, agli inizi degli anni ’80, ZX Microdrive per la memorizzazione dei dati su micronastri; Sinclair C5, un veicolo elettrico per muoversi in città; Sinclair QL, evoluzione dello ZX Spectrum che fu giudicato troppo costoso e non sufficientemente affidabile per utilizzi professionali; il televisore tascabile TV80.
Sinclair decise quindi di vendere la sua società a un altro storico nome: Amstrad. L’azienda britannica acquisì Sinclair Research ed è attiva ancora oggi, essenzialmente nella progettazione e produzione di decoder satellitari sotto il diretto controllo di SKY.
Dopo l’acquisizione, Amstrad investì sul lancio dello ZX Spectrum 128K +2, sistema che ereditava diverse caratteristiche di altri computer realizzati dall’azienda, per arrivare nel 1987 alla presentazione delle prime macchine basate su architettura a 16 bit.
Le idee di Sinclair, tra cui il trike elettrico Sinclair C5 e il mini-televisore TV80, non hanno preso piede ma i concetti di base che ne hanno guidato lo sviluppo sono oggi diventati sempre più diffusi: si pensi a smartphone e tablet, usati anche per l’intrattenimento, e ai progressi dell’industria automobilistica nel lancio di veicoli alimentati a batteria.
Nel 2010 Sinclair dichiarò di non usare la rete Internet e i suoi principali servizi perché li riteneva “fastidiosi”.
Dopo una lunga malattia Sinclar ci ha lasciato, all’età di 81 anni.