L’acquisto di ARM da parte di NVidia è diventato uno degli argomenti più controversi per il futuro dell’hardware, del software e dell’intera industria informatica.
Posto che l’acquisizione non è ancora scontata (le autorità antitrust di mezzo mondo hanno già messo al vaglio l’operazione) e che una cordata di aziende guidata da Qualcomm si è già fatta avanti, perché tutto questo clamore?
Il problema è che ARM è una patata bollente: la società può essere ovviamente acquistata da qualunque realtà in possesso di capitali sufficienti ma una modifica all’attuale assetto proprietario suona come un campanello d’allarme per qualsiasi organismo di regolamentazione.
Nel caso della Commissione Europea dovrebbe essere avviata una verifica che durerà quattro mesi e permetterà di dare il via libera all’intesa tra NVidia e ARM o, viceversa, potrebbe determinare il blocco dell’operazione per qualche tempo.
Si dice che nel caso del Regno Unito, per esempio, NVidia abbia intenzione di investire 100 milioni di dollari nel più potente supercomputer del Paese ma non è dato sapere se l’azienda abbia raggiunto qualche tipo di accordo con le autorità regolatorie.
Ciò che praticamente nessuno dice è che il potenziale di ARM, attualmente di proprietà del gigante giapponese Softbank, una famosissima holding finanziaria, si è progressivamente “sgonfiato” nel corso del tempo.
Il valore di ARM sta nelle sue licenze, nella proprietà dell’ISA (instruction set architecture) omonima. A livello tecnologico, tuttavia, è un’azienda che sta progressivamente tirando il fiato non avendo potuto disporre, negli ultimi anni, delle risorse economiche necessarie per compiere un ulteriore importante grande balzo in avanti.
Aziende come Apple hanno versato le royalty per utilizzare l’ISA e i brevetti ARM ma l’architettura progettata e sviluppata in proprio non assomiglia quasi per niente ai progetti di riferimento ARM.
Perché, allora, NVidia è così interessata ad ARM? Quello che cerca la società guidata da Jen-Hsun Huang sono le risorse umane nella tecnologia e nei processi così come le capacità di sviluppo proprie di ARM. Stiamo parlando di un’azienda che il potenziale di AMD e Intel in termini di progettazione a fronte di una capitalizzazione e un valore molto più bassi.
D’altra parte Softbank, per evitare un futuro collasso dell’azienda, deve trovare una soluzione alla mancanza di competitività. La ragione è che i licenziatari di ARM non sono più solo clienti ma anche concorrenti che in ottica futura possono sottrarre quote di mercato sempre più ampie. Se ARM non recupera in termini competitivi perderà gradualmente clienti importanti e l’incentivo a creare nuovi progetti.
La mossa di NVidia sta influenzando molti dei piani di ARM come azienda indipendente: i futuri core Neoverse saranno probabilmente cancellati a favore di NVidia Grace perché non è possibile mantenere due progetti sostanzialmente sovrapponibili.
L’eventuale acquisto di ARM da parte di una società con enormi risorse come NVidia sarebbe linfa vitale per l’impresa britannica.
Di contro, però, grazie alla proprietà intellettuale di ARM NVidia aumenterebbe enormemente la sua “voce in capitolo” sui concorrenti e sui loro piani di sviluppo con un’industria che ha costruito una vasta gamma di prodotti sul design ARM. E il controllo di NVidia non si limiterebbe più soltanto al settore dei dispositivi mobili ma si estenderebbe alle soluzioni per i data center, ai server, ai PC e così via.
Vedremo cosa accadrà nel corso dei prossimi mesi.