Durante il Gamescom, AMD ha voluto condividere alcune interessanti informazioni sui suoi nuovi processori Zen. Rispetto all’architettura Excavator, risalente ormai a quattro anni fa, le performance delle nuove CPU saranno migliori del 40%.
L’architettura Zen migliora tutti gli aspetti di Excavator concentrandosi in particolare sugli aspetti cruciali. In particolare, i processori potranno predire più efficacemente i salti presenti nel codice e stabilire preventivamente che cosa verrà eseguito in modo da ridurre i tempi di elaborazione. Saranno inoltre presenti un gestore per le micro-operazioni, una “finestra” di dimensioni più ampie che consentirà di elaborare un maggior numero di istruzioni, un prefetcher, più cache L2 (512 KB per core), cache L1 separata per istruzioni e dati (rispettivamente, di 64 e 32 KB), 8 MB di cache L3, un manager per le varie istruzioni migliorato e molto altro ancora.
Al momento i tecnici di AMD non sono scesi nei particolari: l’unico dato che è stato rivelato è che il nuovo gestore di istruzioni ne potrà elaborare fino a sei per singolo ciclo di clock.
È ovvio che riducendo i cosiddetti cache miss, ovvero, le operazioni di lettura o scrittura fallite all’interno della cache, si potrà ridurre di molto la latenza nell’accesso alla memoria principale. AMD proverà a raggiungere il traguardo grazie alla più ampia cache L1, ad una maggiore velocità e minore latenza, ad una più efficace predizione dei salti.
La tecnologia a cui da tempo Intel si riferisce con l’appellativo Hyper-Threading (vedere Differenze processori Intel, come riconoscerli e sceglierli) viene da AMD genericamente battezzata Simultaneous multithreading (SMT).
Secondo la “ricetta” di AMD, ogni core può gestire due thread (o due core logici) simultaneamente e viene scelto istantaneamente quale usare. Il guadagno di performance esiste ma non è lineare.
Nel caso di Intel, il miglioramento derivante dall’impiego dell’Hyper-Threading viene quantificato circa in un 50%.
Nello sviluppo dell’architettura Excavator, SMT fu scartato da AMD ritenendo che Intel avesse commesso un errore. Adesso la società di Sunnyvale (California) ha deciso di tornare sui suoi passi, convinta che SMT possa davvero offrire un netto miglioramento in termini di performance e di efficienza.
Nel complesso, comunque, gran parte delle innovazioni dell’architettura Zen puntano a ridurre in maniera significativa i consumi energetici, aspetto che sta maggiormente a cuore ad AMD per tornare a guadagnare terreno sulla concorrenza.
Stando a quanto riferito, i processori AMD Zen saranno immessi sul mercato nel 2017 insieme con il chipset AM4. Le nuove CPU utilizzeranno 8 core fisici (16 core logici) e le prestazioni, stando alle indiscrezioni, dovrebbero eguagliare quelle dei Broadwell-E di Intel.
I nuovi processori Zen saranno disponibili anche nella più classica versione quad-core (8 core logici) e si proporranno come un’interessante soluzione per chi desidererà accompagnarli con una scheda grafica RX 480 o una GTX 1060.