L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comunicato di aver accertato che, a partire dal 2017, Telecom Italia/TIM ha posto in essere un insieme di azioni anti-competitive volte a ritardare – nelle aree dove ce ne sarebbe stato più bisogno – lo sviluppo della rete in fibra ottica.
La decisione è stata resa pubblica quest’oggi ed è stata condivisa sul sito dell’Antitrust che parla di un atteggiamento ostile incentrato soprattutto sulle cosiddette aree bianche ovvero quelle zone del Paese dove altri operatori non hanno mai fatto investimenti: “le condotte di TIM sono risultate indirizzate a preservare il suo potere di mercato nella fornitura dei servizi di accesso alla rete fissa e dei servizi di telecomunicazioni alla clientela finale. TIM ha posto ostacoli all’ingresso di altri concorrenti, impedendo sia una trasformazione del mercato secondo condizioni di concorrenza infrastrutturale, sia il regolare confronto competitivo nel mercato dei servizi al dettaglio rivolti alla clientela finale“.
Secondo quanto concluso dall’Autorità, l’ex monopolista ha ostacolato lo svolgimento delle gare indette nell’ambito della “Strategia nazionale banda ultralarga” per sostenere in termini di infrastrutture proprie le aree più svantaggiate del territorio nazionale (aree bianche).
Ed è Open Fiber stessa a precisare, in un comunicato subito diramato, che la condotta di TIM era volta a “impedire ed ostacolare l’affermarsi sul mercato nazionale di Open Fiber nonché lo sviluppo e l’utilizzo della infrastruttura interamente in fibra che la stessa azienda sta realizzando.
AGCM ha deciso di irrogare un’importante sanzione pecuniaria da circa 116 milioni di euro a TIM (che potrà essere versata entro il 1° ottobre 2020), soprattutto considerando la gravità del comportamento riscontrato, concretizzatosi nella modifica non profittevole dei piani di copertura delle aree bianche durante lo svolgimento delle le gare e nell’avvio di azioni legali rivolte a ritardare le medesime.
“TIM ha inoltre operato una rimodulazione della propria offerta di servizi di accesso alla rete in fibra ottica, valida per l’intero territorio nazionale, tesa a prosciugare preventivamente il bacino di domanda contendibile dagli altri operatori, anche attraverso un abbassamento al di sotto del livello di costo dei prezzi di alcuni servizi“, osserva ancora AGCM. “Sul mercato dei servizi di telecomunicazioni alla clientela finale, TIM ha immesso in commercio offerte promozionali inclusive di elementi idonei a legare contrattualmente il cliente per una durata temporale eccessiva“.
Il provvedimento di AGCM (istruttoria A514) è consultabile integralmente a questo indirizzo.
Da parte sua Open Fiber ricorda che “la sanzione comminata ha l’obiettivo di rappresentare una deterrenza rispetto alla reiterazione delle condotte anticompetitive. Come è noto, l’entità dei danni subiti dai ricorrenti (tra cui Open Fiber) sarà accertata dall’Autorità Giudiziaria Ordinaria e non dipende dal valore della sanzione“.
Infine, sulla base di quanto provato dall’Antitrust, la società presieduta da Franco Bassanini e guidata da Elisabetta Ripa auspica per il futuro che il confronto concorrenziale sia leale e si svolga nel rispetto delle regole poste a tutela dei consumatori e del mercato.
In una nota ufficiale, TIM ha dichiarato di ritenere ingiustificata la sanzione decisa da AGCM e ha puntualizzato che presenterà ricorso rivolgendosi alla giustizia amministrativa.
“Il provvedimento dell’AGCM suscita inoltre perplessità, anche perché le presunte condotte anticompetitive di TIM vengono valutate in maniera del tutto diversa dal Regolatore del settore (AGCOM)“, si legge nel comunicato. “AGCOM si è in più occasioni occupata dei temi trattati nell’istruttoria, adottando regolamentazioni specifiche su gran parte delle fattispecie oggetto del provvedimento“.
TIM osserva inoltre che l’Antitrust ha comunque valutato positivamente il fatto che l’azienda ha immediatamente bloccato gli investimenti nelle aree bianche, non ha mai commercializzato i propri servizi ultrabroadband e ha rinunciato a tutti i contenziosi in essere sulle gare Infratel coinvolgenti Open Fiber. L’Autorità ha altresì riconosciuto il valore delle importanti iniziative realizzate recentemente da TIM per favorire lo sviluppo della concorrenza, anche infrastrutturale, nel mercato della banda ultralarga: il lancio di un piano per la realizzazione di reti in fibra in 39 città, invitando i concorrenti interessati al coinvestimento, per ridurre costi e tempi di completamento, e l’introduzione di nuove e più convenienti offerte per i concorrenti per la realizzazione di reti proprietarie in fibra.
L’ex monopolista spiega che “a fronte dei rilievi mossi dall’AGCM, ha dimostrato con dati di fatto e analisi di terzi indipendenti che le azioni contestate non hanno prodotto alcun effetto distorsivo sul mercato. La principale contestazione oggetto della decisione fa riferimento a un progetto di investimento nelle aree a fallimento di mercato (cosiddette aree bianche), considerato da AGCM abusivo nei confronti di Open Fiber che, in tali aree, dovrebbe costruire con soldi pubblici un’infrastruttura in fibra che arrivi nelle case (così come richiamato dall’AGCM), cosa che invece non è avvenuta come anche evidenziato in diverse sedi istituzionali“.