X, social network una volta noto come Twitter, è stata oggetto di una lunga serie di denunce. La piattaforma di Elon Musk, a quanto pare, si è appropriata dei dati degli utenti residenti nell’UE per addestrare il modello IA Grok. Il tutto senza richiede alcun tipo di permesso.
Secondo quanto emerso alla fine del mese di luglio, grazie al lavoro di un utente di X, è stata individuata un’impostazione della piattaforma che segnalava come la stessa stesse utilizzando i post degli utenti europei per addestrare l’IA.
Una volta che il fatto è stato accertato, il primo ente a muoversi è stata la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) che ha esaminato la posizione di X rispetto al GDPR. In seguito all’indagine, le autorità di ben nove paesi europei, tra cui figura anche l’Italia, hanno denunciato il social network. Stando a quanto emerso dalle indagini, il servizio ha attuato le sue politiche invasive raccogliendo dati tra il 7 maggio e il primo agosto.
Attività illecite di X entro i confini UE: ecco cosa rischia la piattaforma
La violazione delle regole riguardanti il trattamento dati potrebbero costare molto caro a X. Secondo il GDPR questo tipo di comportamento può essere sanzionato con multe fino al 4% del fatturato globale annuo. Un ulteriore colpo per il social network visto i numeri negativi fatti registrare negli ultimi anni.
Il caso di X rappresenta solo un altro capitolo dei colossi tecnologici che cercano di forzare le regole per alimentare i propri modelli IA in modi poco leciti. Lo scorso mese di giugno, per esempio, Meta ha vissuto una situazione molto simile: in quel caso erano stati ben 11 i reclami contro la società di Mark Zuckerberg. Nonostante ciò, non si tratta di casi isolati, con le grandi compagnie che sono sempre più affannosamente alla ricerca di database per alimentare chatbot e altri sistemi relativi all’IA.