Le direttive statali prevalgono sulle decisioni di alcuni sindaci che da qualche mese avevano ritenuto opportuno bloccare il dispiegamento delle reti mobili di quinta generazione (5G) sui territori da loro amministrati.
Nell’articolo 5G e salute: cosa c’è da sapere abbiamo a suo tempo stilato una sorta di FAQ con le risposte alle domande più “gettonate” sul tema e, più in generale, sull’argomento campi elettromagnetici.
Con il Decreto-Legge 16 luglio 2020, n. 76 (“Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale“), altrimenti conosciuto come “Decreto Semplificazioni“ – già pubblicato in Gazzetta Ufficiale – il Governo ha di fatto impedito ogni ulteriore tentativo di blocco dell’installazione delle antenne che saranno usate per fornire servizi di connettività 5G sull’intero territorio nazionale.
All’articolo 38 del citato Decreto Legge si legge: “i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato (…)”.
Tradotto, se le antenne utilizzate a servizio delle reti di telecomunicazioni rispettano i limiti di legge, l’ente locale non può ordinare limitazioni e applicare restrizioni di alcun genere, tanto meno opporsi alla loro installazione.
Nonostante la nota dell’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, alcuni comuni d’Italia si erano attivati per bloccare l’installazione e l’attivazione di antenne 5G a livello locale aprendo tra l’altro la strada a contenziosi multimilionari (le licenze per l’utilizzo delle frequenze 5G sono state a suo tempo formalmente concesse in asta dal Ministero dello Sviluppo Economico).
Il Decreto Semplificazioni non scende nel dettaglio dei provvedimenti di alcuni sindaci ma di fatto li “derubrica” considerandoli d’ora in avanti “fuori legge”. D’ora in avanti niente più “editti” anti-5G che, fino ad ora, sommando i provvedimenti locali di oltre 430 comuni lungo la Penisola escludevano dalla possibilità di usare le reti mobili di quinta generazione qualcosa come 4,5 milioni di italiani.
Per maggiori informazioni, suggeriamo la lettura del nostro articolo 5G e salute: cosa c’è da sapere.