Le onde radio comprese tra 30 e 300 GHz vengono definite EHF (Extremely high frequency). In questo caso la lunghezza d’onda varia tra il millimetro e i dieci millimetri ed è proprio per questo motivo che si parla comunemente di onde millimetriche o di mmWave.
Con l’utilizzo delle onde millimetriche a 60 GHz i provider wireless saranno in grado di offrire le prestazioni e l’affidabilità della fibra in luoghi in cui la copertura con quest’ultima non risulta né tecnicamente né economicamente fattibile.
Trasmettendo a frequenze basse, infatti, la lunghezza d’onda è talmente ampia che le operazioni di modulazione del segnale avvengono a velocità ridotta (banda limitata, rete lenta). Aumentando le frequenze i dispositivi trasmittente e ricevente possono dialogare molto più velocemente (banda maggiore, scambio dei dati molto più rapido) anche se, di contro, al crescere della frequenza la presenza dei minimi ostacoli ostacola severamente l’irradiamento del segnale. I collegamenti radio basati su mmWave dovranno quindi essere allestiti in condizioni di perfetta visibilità ottica.
Un recente studio di Analysys Mason commissionato da Qualcomm ed Ericsson sullo stato, i costi e i benefici dell’implementazione delle onde millimetriche per le connessioni 5G in Europa conferma che lo spettro mmWave sarebbe molto utile per fornire connettività per gli utenti finali su rete mobile, servizi di accesso fisso FWA ad altre prestazioni e risultare abilitante per una vasta gamma di altri usi in ambito consumer, aziendale e industriale.
Come già evidenziato in passato, le onde millimetriche potrebbero essere particolarmente utile in luoghi dove i volumi di traffico dati da dispositivi mobili sono particolarmente elevati.
SI pensi alla domanda di connettività dove c’è una grande concentrazione di persone: stadi, grandi eventi, festival, siti turistici oltre che quando si parla di copertura interna di case e uffici.
Per ciascuno dei casi d’uso modellati, il beneficio stimato è tra 5 e 20 volte maggiore del costo stimato portando a un balzo in avanti in termini di PIL (fino al 2040) di oltre 140 miliardi di euro (cumulativo) a fronte di circa 20 miliardi di euro di costi nei 30 mercati europei.
Analysys Mason riferisce che gli operatori di telecomunicazioni intendo utilizzare l’implementazione mmWave in più ambienti esterni e interni in base al carico della rete e alla domanda del mercato locale.
È stato sottolineato come lo spettro mmWave possa massimizzare la capacità all’interno delle reti mobili (poiché le frequenze possono essere riutilizzate più intensamente senza che si verifichino interferenze co-canale) e allo stesso tempo consentire una maggiore flessibilità per affrontare diversi requisiti di capacità in uplink e downlink.
Lo studio conclude che l’assegnazione dei diritti di utilizzo per lo spettro mmWave nei mercati europei permetterà di costruire ulteriori certezze e costruire un nuovo ecosistema di dispositivi e servizi basati sull’uso delle onde millimetriche. Aspetti che sono in linea con gli obiettivi fissati nel piano d’azione 5G dell’Unione Europea (5GAP).
In Italia il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha assegnato per il 5G non soltanto le bande 694-790 MHz e 3600-3800 MHz ma anche quella sui 26,5-27,5 GHz. In futuro le frequenze sono destinate a salire ancora per sfruttare lo spettro mmWave: a 26 GHz si ha una lunghezza d’onda di poco superiore a 1 centimetro quindi a stretto rigore non si dovrebbe ancora parlare di onde millimetriche.