Da tempo il governo statunitense non guarda di buon occhio le apparecchiature per il network progettate e prodotte dai colossi cinesi. Questa politica intransigente ha contribuito alla decisione dell’amministrazione Trump di chiudere o comunque limitare in maniera severa i rapporti con le imprese estremo-orientali.
Di recente Huawei aveva chiesto all’Italia “regole trasparenti, efficienti e giuste per l’implementazione del golden power” in tema 5G e adesso il Consiglio dei Ministri risponde con un decreto legge appena approvato che si occupa proprio di tecnologia, reti di telecomunicazioni e sicurezza nazionale: Huawei taglia negli Stati Uniti ma in Italia investirà 3,1 miliardi di dollari.
Nel testo del decreto legge si stabilisce che entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, saranno individuati i soggetti pubblici e privati che attraverso reti e sistemi informatici assicurano l’erogazione di servizi essenziali per gli interessi del Paese.
Entro i prossimi dieci mesi, inoltre, saranno definite le regole che i soggetti dovranno seguire per notificare eventuali incidenti informatici e legati alla sicurezza con l’invio di relazioni dettagliate al CSRIT (Computer Security Incident Response Team Italia) ed entro un anno le misure volte a garantire gli elevati livelli di sicurezza.
Uno speciale Centro di certificazione pubblico si occuperà invece della verifica sulle apparecchiature e i sistemi verificando l’assenza di problematiche di sicurezza e soprattutto di minacce per la sicurezza nazionale nei dispositivi utilizzati nelle telecomunicazioni e nel settore networking.
Nel caso in cui un’azienda si rifiutasse di collaborare, il committente potrà sospendere i contratti di fornitura e – nei casi più gravi – interrompere la collaborazione.
Esercitando la golden power, inoltre, il Presidente del Consiglio, sentito il Comitato interministeriale per la sicurezza, avrà titolo per disporre restrizioni su apparati o prodotti utilizzati nelle reti qualora dovessero essere rilevate evidenze di rischi per la sicurezza.
Le decisioni avranno quindi un notevole impatto sia sulle reti esistenti ma anche in materia di dispiegamento delle reti 5G perché renderanno gli enti pubblici direttamente responsabili di azioni di verifica sulla sicurezza degli apparati installati.
Il decreto dovrà essere comunque pubblicato in Gazzetta Ufficiale (sarà quella la data in cui entrerà in vigore) quindi convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni.