L’avvento delle reti mobili 5G ha aperto a scenari impensabili in passato. L’ultima frontiera consiste nella distribuzione di contenuti multimediali utilizzando una tecnologia come 5G Broadcast che diventa fruibile anche dai network televisivi per diffondere i rispettivi contenuti. Con un approccio radicalmente innovativo rispetto a quanto fatto sino ad oggi.
L’approccio Multicast è già ampiamente noto nel mondo dello streaming video: abbiamo già visto come esso permetta di risolvere i problemi della trasmissione del flusso multimediale a ciascun utente collegato scongiurando i tipici problemi di buffering, di latenza, di congestione e l’eccessiva occupazione di banda a monte. Con Multicast il fornitore dei contenuti stabilisce una una relazione uno-a-molti tra il server che effettua lo streaming e i tanti client remoti contemporaneamente in ascolto.
Cos’è il 5G Broadcast
Mentre lo schema Multicast è tuttavia utilizzato per servire un insieme ridotto di utenti indirizzando però loro un unico flusso multimediale, la soluzione Broadcast si mette al servizio dell’intera platea di utenti. Anch’essa è raggiunta con un unico flusso multimediale, quindi con una “ricetta” molto simile a quella utilizzata dai broadcaster TV e radio per le trasmissioni convenzionali.
La tecnologia 5G Broadcast (tecnicamente nota come 5G Multicast and Broadcast Services, MBS) mira a trasmettere contenuti audiovisivi, dati e informazioni in modo efficiente e simultaneo a un gran numero di dispositivi tramite le reti 5G. Trasmettendo contenuti in modalità broadcast, anziché punto-punto, 5G Broadcast riduce il carico sulla rete: questo è particolarmente vantaggioso in situazioni in cui il traffico di rete è intenso, come durante gli eventi sportivi in diretta o in situazioni emergenziali.
La trasmissione broadcast richiede meno risorse energetiche rispetto all’invio separato dei dati a ciascun dispositivo; riduce la congestione delle reti mobili, soprattutto in aree affollate dove molte persone cercano di accedere contemporaneamente agli stessi contenuti; offre un’esperienza utente migliore grazie alla possibilità di effettuare lo streaming di contenuti di alta qualità.
La modalità Receive-only, per ricevere i contenuti tramite rete 5G senza SIM
Per accedere alla tecnologia 5G Broadcast non è neppure strettamente necessario disporre di una SIM. Le specifiche Receive-only mode (ROM) consentono infatti di ottenere un contenuto audio-video in streaming tramite la rete 5G senza effettuare una registrazione presso uno specifico operatore dati.
In questo modo, smart TV, smartphone, tablet e altri dispositivi di ricezione possono accedere allo streaming multimediale via 5G senza dover per forza integrare uno slot per l’inserimento di una SIM o prevedere la necessità di servirsi di eSIM, con tutto ciò che ne consegue (compresa l’attivazione di un piano dati mobile).
L’unica cosa da prevedere, lato operatori di telecomunicazioni, è l’aggiornamento delle celle della telefonia mobile esistenti o l’aggiunta di (poche) nuove antenne utili a supportare il 5G Broadcast.
Quali sono le relazioni tra 5G Broadcast e trasmissioni TV
Con l’approvazione delle specifiche 5G 3GPP Release 17 a marzo 2022, si è aperta la strada per l’adozione di una soluzione universalmente condivisa che facilita l’accesso su larga scala a contenuti multimediali di qualità tramite rete mobile.
Per quanto riguarda l’Italia, già a luglio 2022 un consorzio di aziende guidato da Rai Way si è aggiudicato un bando ministeriale che aveva come obiettivo quello di sperimentare una rete 5G per la distribuzione di contenuti multimediali agli utenti finali. L’iniziativa prevedeva tra l’altro proprio test basati sulla modalità ROM descritta in precedenza, ossia la possibilità di trasferire il segnale audio-video verso dispositivi clienti completamente sprovvisti di SIM.
Il protocollo d’intesa europeo per supportare e integrare 5G Broadcast
A distanza di un anno, a inizio luglio 2023, i principali broadcaster europei hanno siglato un “protocollo d’intesa” volto al supporto della tecnologia 5G Broadcast sul territorio di tutti i Paesi membri dell’Unione Europea. La European Roadmap è pensata per predisporre un’infrastruttura che possa essere sia un’alternativa alle esistenti modalità di trasmissione TV, sia una soluzione da affiancare al digitale terrestre tradizionale che in Italia fatica ancora a decollare sotto forma di DVB T2.
Per l’Italia, a firmare l’accordo è stata la Rai che si accinge a rafforzare l’esplorazione di nuove modalità trasmissive. Modalità utili da un lato a migliorare le performance e la qualità dello streaming TV, dall’altro a valutare la creazione di nuovi contenuti immersivi, cuciti sulla base delle potenzialità del 5G.
D’altra parte il 5G permette di trasferire contenuti multimediali verso i terminali degli utenti senza le interferenze tipiche della banda UHF. L’idea è evidentemente quella di far progredire le classiche tecnologie di trasmissione del segnale TV (digitale terrestre) verso un futuro più incentrato sulle trasmissioni IP (Internet Protocol).
L’implementazione dello standard DVB-I, potrebbe contribuire a “chiudere il cerchio”: le smart TV diventeranno così dispositivi integrati in grado di gestire la ricezione di contenuti multimediali da una vastità di broadcaster differenti, usando una “ricetta” comunemente approvata. La connettività dell’apparecchio televisivo potrà essere abilitata in modalità WiFi o Ethernet, come già avviene oggi, oppure anche tramite modulo radio 5G senza la necessità di usare alcuna SIM.
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