Con l’attivazione delle prime antenne 5G da parte di Vodafone in cinque città italiane (5G Vodafone attivato a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli) e con un’analoga iniziativa di TIM a Torino e Napoli (l’operatore prevede di raggiungere 6 città, 30 destinazioni turistiche e 50 distretti industriali con velocità fino a 2 Gbps entro fine 2019), il dispiegamento delle reti mobili di quinta generazione è ufficialmente partito.
Negli articoli 5G, cos’è, come funziona e quando i terminali saranno compatibili e 5G pericoloso, tutte bufale o può esserci qualcosa di vero? abbiamo spiegato come funziona la tecnologia 5G e quali sono le differenze rispetto alle precedenti generazioni.
Fino ad oggi si è prevalentemente parlato del 5G outdoor mentre si è affrontato poco o nulla il tema della copertura all’interno degli edifici.
La statunitense JMA Teko, grazie al lavoro di giovani ingegneri dell’Università di Bologna, ha già affinato l’utilizzo delle cosiddette onde millimetriche (frequenze comprese tra 30 e 300 GHz con lunghezza d’onda tra 1 e 10 millimetri) per offrire connessioni stabili a banda ultralarga indoor all’interno di edifici, fabbriche, stadi e così via.
L’amministratore delegato di JMA Teko, Remo Ricci, ha spiegato che quella appena presentata dalla sua azienda è la prima soluzione al mondo che sfrutta la tecnologia 5G a onde millimetriche per connessioni wireless multi operatore in ambienti chiusi con un’alta concentrazione di persone. La nuova tecnologia avrà particolare rilievo nel mondo produttivo, nell’Industria 4.0, ad esempio nel trasferimento dati ai robot e consentirà una copertura del segnale migliore e più potente.
La soluzione 5G di JMA Teko combina due elementi chiave: da un lato la piattaforma di accesso XRAN totalmente virtualizzata e sviluppata nel centro di Ricerca JMA di Castel San Pietro Terme (Bologna), dall’altro la componente radio a onde millimetriche.
La società ha già sottoscritto accordi con TIM per lo sviluppo di questa tecnologia “in-building” e ha già cablato, tra gli altri, gli stadi di San Siro a Milano e quello della Juventus a Torino.
L’avvio delle attività di JMA Teko viene inquadrato dal presidente della regione Emilia-Romagna nel programma di investimenti che vedono coinvolta anche l’amministrazione regionale. Dal 2016 ad oggi, infatti, attraverso tre bandi e un contributo della regione di 74 milioni di euro, in Emilia-Romagna si sono creati quasi 2.000 nuovi posti di lavoro, 13 centri ricerca e sviluppo e investimenti complessivi sul territorio per oltre 600 milioni di euro.
JMA Teko è una delle imprese che in Emilia-Romagna hanno trovato le condizioni per crescere, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto. L’amministrazione ha infatti voluto investire su formazione, ricerca e sviluppo, con un forte collegamento tra gli atenei regionali e il mondo produttivo.
Per lo sviluppo della sede e dell’impianto produttivo a Castel San Pietro Terme, JMA Teko ha investito 22,4 milioni di euro con un contributo regionale di quasi 2,3 milioni. Al momento la società impiega 194 persone, di cui 92 laureate (soprattutto ingegneri dell’Università di Bologna), che entro il 2020 diventeranno 260 (140 laureati).
Il programma industriale nel breve/medio periodo prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento di circa 10.000 metri quadrati e la costruzione di una business unit dedicata all’ideazione e realizzazione di una vasta gamma di apparati per reti mobili.