Dallo scorso agosto Diego Piacentini, numero due di Amazon, riveste il ruolo di Commissario per il digitale e l’innovazione per l’Italia (vedere Il numero due di Amazon commissario per il digitale).
Alla mezzanotte di ieri si è chiuso il bando rivolto ai talenti italiani esperti di tecnologie, digitale e comunicazione per entrare a far parte del team diretto da Piacentini.
Vivo è stato l’interesse dimostrato: i responsabili del gruppo di lavoro istituito da Piacentini hanno infatti ricevuto circa 3.500 candidature che adesso saranno poste al vaglio per comporre una squadra di 20 esperti.
Piacentini, Paolo Barberis – consigliere per l’Innovazione del Governo – e il loro team sono infatti alla ricerca di collaboratori esperti in informatica (Software Architecture, Mobile Application Development, Software Open Source, Information Security, API), in matematica e statistica (Modelli Predittivi, Machine Learning), in product design oltre che in comunicazione e relazioni internazionali.
Inondati dal talento. Ricevuti oltre 3.500 curricula in 12 giorni!
Il post di @paolo_barberis https://t.co/y1ZkElXZbO— Team Digitale (@teamdigitaleIT) 13 ottobre 2016
Adesso inizierà il lavoro di analisi dei curricula che richiederà certamente qualche settimana. Barberis ha aggiunto che anche nei momenti in cui il Team Digitale non sarà alla ricerca di nuove figure, sarà comunque disponibile una pagina (“Lavora con noi“) per mettersi in mostra e presentare le proprie esperienze (vedere il sito ufficiale).
Piacentini ha precisato che il suo lavoro consisterà nel “mettere a fattor comune” le competenze da lui maturate in tanti anni di impegno lavorativo nel settore IT – prima con Apple e poi con Amazon – così da contribuire alla crescita del Paese nell’ambito delle tecnologie.
L’ex bocconiano si occuperà dell’accesso aperto ai servizi della pubblica amministrazione, di trasparenza, di digital divide, di eGovernment ma non percepirà alcun stipendio.
Il concetto di give back è quasi sconosciuto in Italia: se negli Stati Uniti gli ex studenti, dopo aver fatto carriera, contribuiscono economicamente al sostegno delle università di provenienza, nel nostro Paese non esiste ancora questo tipo di mentalità.
Stando a quanto appreso, Piacentini – per tutta la durata della collaborazione con l’Italia – non percepirà stipendi neppure dall’azienda di provenienza, Amazon.