Trent’anni di Internet in Italia. Il primo collegamento fra il Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa e la stazione satellitare di Roaring Creek, in Pennsylvania, venne instaurato il 30 aprile 1986.
Fu questo l’inizio della storia dell'”Internet italiana“.
Allora il Paese e il mondo intero erano in ansia per la tragedia di Chernobyl, la terribile esplosione al reattore nucleare delle città ucraina che seminò morte e terrore.
La notizia del collegamento stabilito fra l’Italia ed Arpanet (proprio in quegli anni era iniziata la transizione dalla vecchia rete ideata per scopi militari alla rete Internet che oggi tutti conosciamo) non fece notizia. Anche perché erano in pochi coloro che, a quel tempo, erano in grado di intuire la portata dell’avvenimento.
La prima connessione fu un semplice PING: il tasto Enter fu premuto da Antonio Blasco Bonito, sistemista presso il CNUCE, che si servì del router Butterfly – invitato presso l’istituto accademico pisano dal ministero della difesa USA -.
“Era più grande di un frigorifero“, ricorda Blasco Bonito, che spiega come i pacchetti ICMP arrivarono dapprima in Abruzzo dove, dal Fucino, furono trasmessi via satellite negli Stati Uniti per poi tornare correttamente al mittente segnalando l’avvenuto raggiungimento della destinazione.
A distanza di un anno dal primo collegamento fra Italia e Stati Uniti, il CNUCE registrò il primo nome a dominio italiano ma solo nel 1994 l’accesso alla rete Internet divenne “cosa pubblica”.
Ci volle un investimento iniziale di 100-150 milioni di lire per acquistare l’hardware necessario e per mettere d’accordo Sip, Telespazio e Italcable così da gettare le basi per la costruzione di un collegamento stabile con Arpanet.
Luciano Lenzini, uno dei ricercatori che più s’impegnò sul progetto, racconta che grazie all’intervento di Vinton “Vint” Cerf e Robert “Bob” Kahn fu possibile portare la rete Internet, in Italia, in tempi ragionevoli. I “padri” della Rete, coloro che nel 1973 inventarono il protocollo TCP/IP (vedere Vint Cerf: trent’anni fa nasceva la rete Internet), infatti, riferirono a Lenzini che il router Butterfly sarebbe stato un omaggio del ministero USA. E dopo essere stato fermato alla dogana, finalmente poté essere installato presso il CNUCE di Pisa.
Blasco Bonito, amareggiato, ricorda il comunicato stampa che scrisse all’epoca insieme con Lenzini: la stampa tutta non dedicò neppure due righe allo storico evento.
Stefano Trumpy, direttore del CNUCE dal 1983 al 1996, ricorda lo storico primo collegamento con Arpanet e registra come, nel corso di questi trent’anni, l’Italia si sia persa per strada.
All’epoca il nostro Paese rivestiva un ruolo pionieristico mentre oggi l’Italia è al 49esimo posto per diffusione di connessioni a banda larga e cresce ancora molto meno della media.
Per inquadrare l’importanza della ricorrenza che celebriamo oggi e domani, basti pensare che il Web arrivò solo nell’agosto 1991 quando Tim Berners-Lee pubblicò online la prima pagina. Il World Wide Web è un “servizio” ma la rete Internet, l’infrastruttura grazie alla quale si può “navigare”, inviare e ricevere email, avviare sessioni di chat, controllare da remoto un sistema, è nata molto prima.
In molti ricorderanno i primi collegamenti stabiliti con la società Video On Line (VOL) di Cagliari, nel 1995, a 14,4 kbps, 28,8 kbps e 33,6 kbps. VOL fu il primo provider Internet italiano, poi venduto a Telecom Italia nel 1996.
Solamente nel giro di un paio di anni, comunque, buona parte della popolazione italiana aveva potenzialmente la possibilità di collegarsi alla Rete senza dover effettuare chiamate interurbane.
Il sito web che celebra i 30 anni della rete Internet in Italia è raggiungibile cliccando qui.
In calce alla pagina è possibile trovare le indicazioni sulle decine di eventi organizzati lungo tutta la Penisola per festeggiare l’evento, formare ed informare.