Con il 2023 che volge ormai al termine, si avvicina il tempo dei bilanci per un anno difficile nel contesto della cybersecurity.
Il report annuale di Kaspersky ha evidenziato numeri in forte crescita, tra cui spicca un dato alquanto esaustivo: nel corso di quest’anno, l’antivirus appena citato ha rilevato un totale di quasi 125 milioni di file dannosi. L’analisi, però, va ben oltre questo numero clamoroso, esaminando come si stanno evolvendo le minacce del Web.
Dalla ricerca emerge come Windows resti l’ambiente preferito dai cybercriminali. Con l’88% dei casi registrati, il sistema operativo di Microsoft si conferma come obiettivo principale.
Sotto il punto di vista dei malware, i più diffusi nel 2023 continuano ad essere i trojan, confermando il trend degli ultimi anni. Se invece si calcola esclusivamente il tasso di crescita, le backdoor risultano quelle che hanno subito una maggiore impennata: nel 2022 Kaspersky ne individuava una media di 15.000 al giorno mentre, durante quest’anno, la media si è alzata a 40.000.
E per quanto riguarda i file dannosi? I casi di PDF e documenti vari sfruttati per attacchi informatici sono cresciuti del 53%. Numeri elevati, che dimostrano ancora una volta come il Web sia un luogo sempre meno sicuro.
Kaspersky: Windows il sistema operativo più colpito, i trojan sono i malware più diffusi
I dati presentati dalla società sono basati solo sui rilevamenti dell’antivirus Kaspersky, prendendo in esame i mesi che vanno da gennaio a ottobre. Se questi numeri appaiono alquanto preoccupanti, va dunque considerato che questo strumento rappresenta solo una fetta dell’intera utenza che, per fortuna, adotta strumenti anti-malware e simili.
Vladimir Kuskov, Responsabile della ricerca anti-malware di Kaspersky, ha espresso la sua preoccupazione rispetto all’evoluzione dei malware. Le tecniche e i metodi per attaccare organizzazioni e singoli utenti vengono infatti aggiornate sempre con maggior frequenza, rendendo il lavoro degli sviluppatori di antivirus sempre più complicato e frenetico.
Per Kuskov, l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale ha facilitato il lavoro dei cybercriminali, abbassando le barriere d’ingresso con “nuove leve” pronte a rinforzare le schiere del crimine informatico. Tutto ciò permette, per esempio, di creare messaggi phishing convincenti in tempi molto ristretti.